Il mondo alla rovescia

Una volta, e nemmeno tanto tempo fà, al mio paese, si ragionava in modo molto elementare senza arzigolare troppo sulle “antropologie biochimiche dei significati”.
Per dire: Un ladro era un ladro, quale che fosse l’oggetto del furto.
Tanto per intenderci meglio, per ricevere l’ambito titolo bstava rubare una gallina o un pò di frutta dagli alberi.
Sono da antologia i racconti dei vecchi contadini che per paura di beccarsi una condanna per falsa testimonianza, evitavano in tutti i modi di presentarsi alle cause in tribunale.
Sono da spettacolo comico moderno le considerazioni che gli stessi facevano al passaggio di un condannato per furto di legna.
Poi i tempi sono cambiati!
Il titolo non si guadagnava più con la semplice azione del rubare, ma bisognava possedere anche altre caratteristiche come per esempio l’essere povero.
Infatti, il povero morto di fame che veniva beccato in flagranza di reato restava ladro, mentre l’elegante signora che rubava i profumi al supermercato veniva considerata “cleptomane” e in quanto tale degna non della galera ma della considerazione di tutti per una così brutta malattia.
Intanto si va sempre di più divaricando lo status di ladro e di conseguenza anche la definizione si aggiorna.
Il povero morto di fame rimane ladro… colui che ruba i diamanti nella cassaforte della signora in cerca di compagnia diventa “ladro gentiluomo” (ossimoro gentile),… colui che ruba i risparmi di migliaia di risparmiatori, diventa “genio della finanza”.
Se si aggiorna la definizione, è conseguenziale anche un aggiornamento del castigo da affibbiare alle diverse categorie.
Il morto di fame va in galera.
La “cleptomane” va dallo psicanalista.
Il “genio della finanza” viene invitato alle conferenze delle facoltà di economia.
E ovviamente cambia anche il titolo:
Il morto di fame rimane ladro.
Tutti gli altri possono anche ambire al titolo di “Onorevole”
Siamo in attesa di un aggiornamento dei Dieci Comandamenti, alla voce “Non Rubare”

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