carcagnuti
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Se ne vanno…
Ci sono persone che ti tengono compagnia anche soltanto per pochi minuti riempiti il più delle volte di non sense che nascono da quel modo antico di costruire uno sfottó che si va sempre più perdendo nell’era dei social network. Un dialogo cercato, quasi auspicato nella monotonia dei discorsi pesanti e tristi in tempi che di ” luci i paradisu” ormai ne mostra ben pochi. Un momento di allegra spensieratezza che assume il senso di un sortilegio nel mare dei problemi e delle negatività in cui sembriamo sprofondare sempre di più. Ci sono persone che riescono con una smorfia, un motto, un gesto e magari anche un benevolo benservito…
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U Zzu Rusaru
Questa volta Gino è soltanto il mio inconsapevole complice di una delle operazioni fotografiche più difficili: fotografare “un zzu Rusaru”. Stava volentieri con me ed era sempre disponibile a rispondere alle mie insaziabile domande… una memoria da elefante e un modo tagliente e secco di raccontare che riuscivo ogni volta a invidiare. Era capace di raccontarmi una persona a con un aggettivo e riusciva a ricrearmi una scena con lo stretto necessario per orizzontarmi….e quando non avevo tempo di fermarmi bastava il suo sorriso e il suo saluto con due dita per supplire alle parole non dette. Seduto da solo al sedile della piazza sembrava allontanare i seccatori soltanto con…
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Un sorriso come regalo
Cicciu, u zzu Micu e ru zzu Giuanni, un trio che si faceva un baffo dei comici che impazzavano sul tubo catodico… una comicità naturale, una capacità istintiva di rispondere ” aru cugghjuniamiantu” che poteva produrre sketch di ore dal nulla. “U siattu i d’ Annina i mastru Maida era il palcoscenico naturale della loro ironia ma anche della loro bonomia che, per le persone che sapevano ascoltare, era anche la parte migliore di loro. E Ciccio, che sa giocare, oltre che ascoltare, riusciva a essere la loro spalla migliore. Tutto questo è solo nella nostra memoria e la fotografia rimane l’unico modo per farlo diventare documento: queste fotografie rappresentano…