E’… ma… non è!

E’ una frazione infinitesima di tempo quella che rimane impressa nell’immagine fotografica. 
E in questo consiste il suo fascino, la sua sacralità, il suo mistero. L’immagine rende vano l’eterno mutare del tempo, vive in una dimensione asincrona rispetto all’esistenza, congela la forma, la fa diventare altro. 
Non è quella che essa era. 
Non è quella che sarà. 
E’… ma… non è! 
E’ quello che il fotografo ha visto… 
Non sarà mai ciò che noi vediamo.

La forma e la parzilalità della sostanza

Le forme che i particolari assumono hanno senso solo per la prospettiva di chi le coglie. Non possono avere un senso comune… Sono solo una rappresentazione parziale e soggettiva di un contenuto universalmente riconosciuto. Voler dare un senso alla parzialità dello sguardo di ognuno è un tentativo ipocrita e presuntuoso di voler affermare una propria parziale verità. Non ha senso chiedersi cosa significano… ha senso solo chiedersi che cosa ti dicono, lasciandoti guidare dalle emozioni e facendo tacere la razionalità del conformismo.