IL MATERIALE E L'IMMAGINARIO NELLA CULTURA DEL MARCHESATO CROTONESE

A vineddra

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Foto di gruppo di fine anni 50 dell'archivio Don Peppino
Foto di gruppo di fine anni 50 dell’archivio Don Peppino

Ancora una delle foto “Antropologiche”. Una di quelle foto dove forse è più evidente la caratteristica fondamentale delle comunità rurali dove lo spirito di gruppo era il motore della sopravvivenza. “A vineddra” non era soltanto l’indirizzo postale ma il crogiolo di una serie di rapporti che travalicando quelli familiari si intersecavano sul tracciato del bisogno e della solidarietà. Non avevi bisogno di congelare niente delle piccole cose necessarie per cucinare: Quello che non avevi in casa lo aveva sicuramente “a cummari Peppina” e se avevi finito l’olio per quel giorno “Anciuluzza facìa nu sacrificiu” . Certo non era tutto rose e fiori; l’agiografia del ci volevamo tutti un mondo di bene può servire a scrivere romanzi o nei ricordi di Facebocco ma non per ricostruire la storia sociale di un paese. Gli attriti però erano ben nascosti dietro il paravento del rispetto e delle necessità imposte da un’economia di sussistenza che non ti permetteva di sopravvivere isolato. In questa foto si riconoscono una serie di persone di cui non ricordo il nome ma tra tutti spicca, la seconda da destra in piedi, “a zza Maria i Mari Mattia, una delle “chiocce” di Largo San Nicola.