-
Il passo solitario del pensare…
Ho foto di te che sorridi con quella smorfia di sufficienza di chi la sa un po’ più lunga di te, quel ghigno ironico che mi faceva sempre rimanere male ogni volta che da ragazzo tentavo di convincerti che le mie idee non potevano non essere giuste visto che tutti i testi di Storia e Filosofia ne attestavano il fondamento… e il tuo sorriso era li a smontare i miei teoremi con la forza di chi conosceva gli uomini e le loro debolezze, i pensieri reconditi di chi ai sogni ha dovuto anteporre i morsi della fame, le fragilità di chi si era ormai rassegnato a vivere una vita…
-
A scirchijatu a terra…
Ha scirchijatu a terra… guardava la terra che calpestata e mormorava parole che avevano un suono e un senso atavico e familiare ma di un tempo troppo lontano per me, o forse soltanto segno di reminiscenze troppo in fretta messe in disparte. Parole come cornici contenenti stampe ingiallite e macchiate dal tempo ma ancora comprensibili solo a chi quei posti o quelle storie le ha viste e le ha vissute anche soltanto come inconsapevole spettatore… forse colpevolmente inconsapevole! “L’alivi stanu carricandu e serva l’acqua”…E la frase che, detta dopo un tempo interminabile rispetto alla prima, sembra senza senso, ma riporta a un tempo che ha le lancette dell’orologio sintonizzate sulle…