Stanchezza

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Quella ciocca di capelli che sfuggiva alla forma contenuta nel cappellino elegante, rendeva surreale il passaggio di quel volto in quella spiaggia affollata.
La stanchezza dell’ennesimo passaggio tra quegli ombrelloni traspariva dal filo di voce con cui la venditrice offriva la sua merce.
Gli occhi poi dicevano tutto… anche il contrario di quello che il sorriso imposto dalla circostanza avrebbe voluto esprimere.
Tutto era fuori posto su quel volto… come la ciocca di capelli fuori dal cappellino.

In attesa

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Stavano li in attesa di un destino programmato prima ancora che nascessero… il loro dover essere spose e madri prima che donne.
La speranza inconfessabile di poter sposare quel giovane che si era dichiarato con gli occhi senza aver ancora varcato lo scalino di casa.
Le preghiere sottovoce perchè questo accadesse prima che altri trovassero aperta quella porta… prima che altri potessero scegliere per loro.
Quel tenersi per mano in cerca di un sostegno nella paura dell’altra… in cerca di quel coraggio che sapevano non avere.
In tutti quegli occhi la speranza di una vita migliore di quella che vivevano nel loro presente.
Nel loro sorriso un unico nascosto desiderio:
Non rimanere zitelle.

Sussidiarietà

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Peppi è arrivato fino alla discesa a cavallo dell’asino che lo ha trasportato rassegnato in quel breve tragitto dalla stalla alla fine del paese. Ne avrebbe fatto volentieri a meno, soprattutto oggi che è domenica, non certo perchè è festa, ma perchè esiste anche nel mondo degli asini il diritto a una giornata di riposo alla settimana.
Ma la discesa di cemento no! Lo saprà bene quel sant’uomo di Peppi che in discesa, sul cemento, si scivola con i piedi ferrati…
Va bene – gli ha usato la cortesia di scendere – ma l’ha fatto anche per salvarsi la schiena in caso di più che probabile scivolata… non è per essere irriconoscente ma la discesa proprio non gli va di farla… anche senza carico, e poi la prospettiva della risalita, con il basto carico, non è delle più allettanti.
Gli uomini sono delle strane creature:
Fanno le strade comode per le loro scarpe e per i pneumatici dei loro fuoristrada, e poi si ostinano a farci passare anche i poveri asini con i ferri adatti allo sterrato e al fango.
Peppi avrebbe voluto spiegargli che non è colpa sua se la maggioranza dei proprietari di quelle campagne si era motorizzato e aveva voluto la strada di cemento.
Certo, avrebbe potuto pure lui comprarsi l’ape vendendolo per carne da mortadella, ma non se l’era sentita di rinchiudersi in quelle trappole viaggianti. Ne aveva avuto la capacità di spiegare a chi di dovere che se esistevano ancora gli asini e i muli nel paese era giusto costruire una corsia anche per loro:
gli avrebbero risposto che il progresso non può tenere conto degli asini e dei muli, e che se lo vendesse quell’asino decrepito, buono ormai solo per il macello… te lo immagini se ancora, nel secondo millennio, ci mettiamo a pensare agli asini.
– Il progresso, caro Peppi, è nella velocità e rifiuta tutto ciò che è lento – così gli avrebbero risposto!
E allora, l’unica è scendere facendo attenzione a non scivolare… e ringrazia che sono sceso per darti una mano, che avresti potuto incappare in un padrone meno comprensivo e più egoista, e allora la discesa te la facevi anche col carico…
E’ tutti i giorni la stessa storia… io cerco di fargli capire le ragioni degli asini e lui duro… e poi dicono che noi asini siamo testardi…. gli uomini!