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20 marzo 2016 12:26
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Assolate giornate agosto. Sempre le stesse, la piazza sempre vuota con i sedili che si riempiono piano piano seguendo il criterio del fresco: "a matina a ru siattu i Liviu e ra sira a ra scala i Peppina i Petruzza". E gli occupanti rimangono eternamente gli stessi dal punto di vista generazionale: niente giovani, loro vanno a stare al fresco sotto l'ombrellone. Non cambia niente nelle costanti di sempre, nemmeno i discorsi: "n' annata cumi chissa ija mo è parecchjiu c' u ra vìdjia! Le case, la forma delle macchine, particolari transitori e utili solo dal punto di vista della storia personale o locale; il resto no, Il resto è immutabile in un eterno ritorno o dell' uguale che se la ride della nostra memoria individuale. Eppure tutto questo, per la prima volta nella storia, è destinato a finire insieme alla storia millenaria della cultura contadina: nella civiltà virtuale dei social network il fresco dei condizionatori prende il posto dei sedili in piazza e le generazioni si dividono nelle chat private, ma i discorsi no; i discorsi rimangono gli stessi: Un caldo così non si è mai visto. E le pietre se la ridono della scarsa memoria degli uomini!
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Giovanna Cirillo MaidaVerissimo
4 agosto 2017 11:22
Silvana GuzzoVerissimo
4 agosto 2017 11:27
Carmina Maria CutuliCondividi in pieno diamo la colpa al caldo.. ..quest'anno x noi è stato triste, poca gente ,mare burrascoso e poco tempo a disposizione .
4 agosto 2017 16:47
Roberto ChiaravallotiNoioso stupenda
5 agosto 2017 6:39
Roberto ChiaravallotiVolevo dire noooooooo stupenda piazza
5 agosto 2017 6:40
Pasquale PancariDi una piazza trasformata,ricordi,ricordi....
5 agosto 2017 12:17
Elena Rocca
5 agosto 2017 21:59
Francesco SalernoPeppino i petruzza la mia cara nonna
25 ottobre 2018 1:52
4 agosto 2017 10:51
C' erano un gruppo di ragazzi, quelli della 285... che già essere identificati con un numero ricordava molto i campi di concentramento o le patrie galere. C'era un governo che con la consueta fantasia a costo zero (dicesi senza soldi) inventava e sperimentava progetti e illusioni sulla pelle di giovani in cerca di prima occupazione. E c'erano amministrazioni comunali che questi progetti disegnati sull'acqua li dovevano rendere solidi e funzionali. E se ti dicevano che dovevi piantare alberi, alberi dovevi piantare! E se piante da piantare non cè ne sono e tu le devi piantare comunque allora alla fantasia rispondiamo con la fantasia: le piante cè le disegnano e le piantiamo come se fossero reali... virtuali e di carta come i progetti governativi.
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Antonio LuciaQuesta non la ricordavo
4 agosto 2017 21:44
Luciana Paglia
4 agosto 2017 23:15
4 agosto 2017 21:35
Immagini di un mondo che ormai esiste solo in nicchie sperdute di piccoli paesi disabitati dove refrattari alla tecnologia, volontari o obbligati, tengono acceso il sacro fuoco della partita a carte. Anche questa è diventata troppo presto preistoria!
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Rosa BiolchiDall'alto non riesco a capire chi sono ...riconosco solo compare Peppe ...
3 agosto 2018 17:28
3 agosto 2018 17:12