Reperti

Marca di riscontro certificati degli anni 30 del secolo scorso

Ogni tanto, e soprattutto quando non te lo aspetti, riaffiorano dal passato reperti di un mondo che le nuove generazioni possono soltanto provare ad immaginare. Reperti che nella memoria della mia generazione scatenano una serie di fuochi d’artificio di collegamenti con cose, persone, atmosfere, suoni e discorsi che trovano spazio e razionalità soltanto nella mente di chi ha vissuto quel mondo da cui il reperto proviene. È come fossili viventi riaffioriamo insieme all’oggetto trovato. È una semplice marca per i certificati comunali ti riporta all’odore dell’inchiostro di china nei calamai aperti su una scrivania piena di carte e di raccoglitori; alla voce di persone che ti parlavano senza alzare gli occhi dal foglio su cui scrivevano, alla visione di persone con la giacca e il cappello anche d’estate e allo scalpiccio delle scarpe chiodate sui gradini di pietra. Non è la nostalgia di un mondo che sai non ritornerà mai più ma è piuttosto un ritrovarsi, anche se solo per pochi istanti, in quel mondo che usava le Marche per i certificati; rivivere per un istante un mondo che, nel bene e nel male, è parte di te. Un grazie veramente di cuore alla persona che mi ha fatto, stasera, questo regalo.

Antichi sapori

Alivi scacciati
Alivi scacciati

C’è una memoria dei sapori che rimane nella testa e diventa come una cartina di tornasole ogni qualvolta si risentono certi odori o semplicemente si rivedono scene e azioni che riconducono a queste reminiscenze. E’ in quel momento che si avverte un corto circuito mentale tra la memoria e il desiderio: quei sapori, quegli odori non possono più ritornare e la memoria diventa il luogo della nostra tortura.